È tempo di chiudere il cerchio.
Un viaggio iniziato più di un anno e mezzo fa, con un'idea in mente e un obiettivo chiaro: tagliare quel traguardo, percorrere ogni singolo metro e conquistare quel tappeto rosso.
Da gennaio, i numeri raccontano una parte della storia:
+650 km di corsa,
+4600 km in bicicletta,
+70 km a nuoto.
Ma i numeri da soli non bastano a spiegare cosa significhi realmente prepararsi per un Ironman.
"Quando pensi a un Ironman, pensi alle distanze, alla fatica, al peso che grava sul tuo corpo. Ma la verità è che durante quelle 10 ore, non senti solo le tue gambe... rivivi ogni sessione di allenamento, anche quelle che non avresti voluto fare. E soprattutto, pensi alle persone che hanno condiviso questo viaggio con te."
7:50 AM – zona gara. Il ronzio si attenua. Tutto si ferma per un attimo.
Il presentatore pronuncia la frase che ogni triatleta conosce:
“Senza i tuoi amici, senza la tua famiglia… non esiste Ironman.”
Un brivido lungo la schiena. Inizia.
8:15 – tuffo in mare.
Acqua fredda, onde agitate. L'oceano scuote i tuoi pensieri, ma la tua mente rimane immobile. 4 chilometri da conquistare.
La nuotata scorre tranquilla, senza drammi.
È ora di andare in bici. 180 km. Obiettivo: poco più di 5 ore.
Pedale dopo pedale, l'orologio segna 5:06.
Perfetto.
Poi arriva la maratona. La transizione finale. La mente è lucida, il corpo regge ancora, ma le gambe cominciano a sentire i primi segni di stanchezza.
"È solo una maratona"
Si racconta. Mancano 42 km.
I primi 8 km sono piacevoli, ritmo sostenuto, testa concentrata. Poi arriva l'inevitabile calo. Le 8 ore di fatica iniziano a pesare.
A metà strada. Mancano 21 km.
Il ritmo cala: da 4'20” al km a 5'30”.
Ma non importa più.
A quel punto, non stai correndo con le gambe. Stai correndo con il cuore.
"L'unica cosa che conta è quel tappeto rosso. I crampi, il mal di stomaco, la stanchezza... ti lasci tutto alle spalle. Perché non ti sei allenato per un anno e mezzo per fermarti ora."
Gli ultimi 10 km sono una battaglia.
Non fisico. Mentale.
La voce dentro dice "stop".
Ma qualcosa di più profondo continua a spingere.
E poi, finalmente, suona la campanella. Il segnale.
Il presentatore ti guarda negli occhi. La folla applaude. Le luci si fanno più intense.
E quel momento arriva, quello che hai sognato mille volte:
"Mattia, sei un Ironman. Sei un corridore sportivo della New Age."
Abbiamo visto la lotta.
Abbiamo parlato di allenamento senza motivazione.
Abbiamo imparato che il vero limite non è nel corpo, ma nella mente.
E oggi questo viaggio giunge al termine.
Solo per ricominciare da capo.
Questa è la NASR. Questo è il clan.
Costruito per il viaggio. Non solo per il traguardo.



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